In Puglia i luoghi privilegiati per la ricerca cartografica sono gli Archivi di Stato, che conservano le carte degli archivi formatisi nell’800 in seno alle nuove magistrature provinciali, istituite in epoca napoleonica.
Una vasta raccolta di documenti, originali o in copia, risale a epoche precedenti.
Il nuovo ordine statale, stabilito a partire dal 1806, provocò infatti un travaso senza precedenti dagli archivi delle antiche magistrature, dei feudi, della Chiesa, alle nuove amministrazioni pubbliche. La legislazione napoleonica, nel segnare la frattura col passato regime, doveva recuperarne i livelli di conoscenza e di studio del territorio. L’abolizione della feudalità, la ripartizione dei demani, la soppressione delle corporazioni religiose sono pertanto i principali motori delle carte topografiche.
Per la definizione del contenzioso demaniale alla Commissione feudale prima, ai commissari ripartitori e agli intendenti poi, furono esibiti dalle parti i documenti che provavano lo stato anteriore del possesso: insieme con le scritture di natura diplomatica, fiscale, contabile, giudiziaria vengono allegate le mappe redatte dagli agrimensori, compassatori, tavolari nei secoli precedenti.
Gli Archivi demaniali delle Intendenze napoleoniche e borboniche costituiscono negli Archivi di Stato del Mezzogiorno italiano il principale luogo di conservazione di materiali cartografici; a quelli antichi si aggiungono gli altri, ben più consistenti per quantità, prodotti successivamente nelle operazioni di confinazione, ripartizione tra gli ex feudatari e i comuni, quotizzazione, verifica di usurpazioni lungo tutto l’arco del XIX secolo.
Un processo analogo, ma con esiti diversi, interessò gli Archivi ecclesiastici. All’indomani delle soppressioni i funzionari dell’amministrazione finanziaria si occuparono essenzialmente di acquisire le scritture contabili e gli inventari antichi delle corporazioni religiose. Si verificò quindi una dispersione dei complessi archivistici dalla quale si salvarono solo le parti che pervennero ad altri enti ecclesiastici e le Platee e i libri dei conti che l’amministrazione finanziaria utilizzò per procedere all’individuazione dei beni, alla loro vendita, alla riscossione dei censi e dei canoni. Da questi ultimi frammenti degli archivi dei conventi e monasteri soppressi, versati dagli Uffici del Registro e raccolti nei fondi Corporazioni Religiose degli Archivi di Stato, provengono alcuni notevoli esempi di cartografia geometrica.
L'archivio di maggiore interesse per la qualità della produzione cartografica è quello della Dogana delle pecore di Puglia, sin dal XIX secolo conservato nell’Archivio di Stato di Foggia. Il fondo ha sostanzialmente conservato la sua fisionomia, al di là delle perdite subite nell’ultima guerra mondiale e di alcune carte che furono richiamate negli Archivi demaniali di altre province.
Purtroppo gli Archivi feudali in Puglia sono andati invece in gran parte dispersi.
Per la cartografia ottocentesca preunitaria, i principali riferimenti negli Archivi di Stato sono costituiti dai fondi Intendenza-Prefettura e Tribunale Civile.
Negli archivi giudiziari le Perizie costituiscono una serie separata, ordinata cronologicamente.
In ambito fotografico, la selezione effettuata documenta l’evoluzione del territorio pugliese dal tardo '800 agli anni '70 del '900, mostrando a volte con forte evidenza le profonde e radicali trasformazioni subite dalla realtà urbana e rurale in relazione ai fenomeni di antropizzazione che hanno in parte deturpato una terra di grande e variegata bellezza.