Il nuovo ritmo delle trasformazioni avviate nell’800, con il conseguente intreccio tra la dimensione progettuale e quella dei diritti di proprietà – si pensi, soltanto, alle conseguenze dell’abolizione della feudalità, con la "divisione in massa" dei demani ex feudali - comporta il ricorso costante agli organi della giustizia civile e amministrativa, con la richiesta della redazione di Perizie giudiziarie che, oltre a rappresentare una descrizione analitica dei beni, contengono moltissimi riferimenti alle fonti documentarie e cartografiche più antiche.
Negli Archivi dei tribunali civili della Puglia (oggi in Archivio di Stato di Foggia, sez. Lucera; Archivio di Stato di Bari, sez. Trani; Archivio di Stato di Lecce) si conservano le perizie giudiziarie che illustrano l’attività dei giudici impegnati a risolvere le diverse questioni sorte tra le proprietà: comuni, ex feudatari, clero, borghesia. Negli archivi giudiziari le perizie costituiscono una serie separata, ordinata cronologicamente.
Il giudice, dopo aver ascoltato le parti faceva ricorso alla lettura della tradizione documentaria o alla memoria storica dei contadini. A questo punto incaricava della perizia sul terreno i tecnici cedolati o laureati (agrimensori, architetti, ingegneri).
Generalmente la cartografia è accompagnata dalla relazione tecnica. La sentenza del giudice si arricchisce così di una documentazione di corredo, di grande interesse sul piano storiografico, che va a completare la stessa documentazione cartografica.